Spiaggia di Priolo Gargallo, un’altra delle contraddizioni tipiche siciliane, dove il rischio ambientale è elevatissimo  e tanti  i morti ogni anno per gli effetti cronici dell’inquinamento atmosferico, di cui una buona parte ai polmoni.

Si parla ormai da tanti anni del risanamento ambientale e dei veleni industriali giacenti nel SIN, Sito Interesse Nazionale, denominato “Priolo Gargallo”, per non formulare il cattivo pensiero che si tratta certamente di un connubio legato a doppio filo tra la politica e le lobby della chimica e della raffinazione. Il Sito d’Interesse Nazionale di Priolo Gargallo, è formato da circa 5800 ettari sulla terra ferma e di circa 10.000 ettari a mare; esteso per tutto il tratto della costa sud orientale della Sicilia per circa 30 km da Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa, di sostanze velenose dei fondali marini e nella terra ferma. Le acque di falda sono inondate di cloruri e di benzene, gasolio e benzina finiti nel ciclo alimentare di uomini, animali e nell’agricoltura.

L’amianto, sparso in tutto il territorio, è ancora tanto; una piccola parte dei siti a terra è già bonificata, ma i progetti di bonifica presentati e approvati sono ancora una piccola parte. Sostanzialmente, la situazione è molto grave. Le parti di territorio fortemente contaminato sono tante. Ma nessuno spinge in tal senso, mentre il tempo scorre velocemente e il rischio che le industrie abbandonino i siti per la continua crisi della raffinazione in Europa lasciando la provincia siracusana in un mare di veleni è forte.

E intanto il tempo scorre, la gente non vede, non sente, non sembra neanche respirare: qui i sensi sembrano non esistere e tutto procede in una calda domenica d’estate…