Giugno 1968.
Robert Kennedy muore in un attentato in California mentre sta concludendo la sua campagna elettorale. Il corpo viene portato a Manhattan, nella cattedrale di St. Patrick, per la funzione funebre e da qui la bara viene caricata su un treno di dieci vagoni, un treno speciale, che percorrerà in otto ore il tragitto normalmente coperto in due, per arrivare alla Union Station di Washington accompagnando Kennedy nel suo ultimo viaggio.
Tre macchine fotografiche e trenta pellicole a colori: la gente corre lungo il binario, china il capo, sfila impettita, porta fiori o si aggrappa alla bandiera; chi tiene la testa tra le mani e chi si mette la mano sul cuore. Una popolazione che rende l’ultimo commovente omaggio al suo eroe, al presidente che non è stato ma che per tutti avrebbe rappresentato il cambiamento.
Paul Fusco è su quel treno e alla luce del tramonto fotografa quei volti carichi di emozione e disperazione: inquadra una famiglia di sette persone disposte in ordine di altezza e di età, una delle immagini che meglio restituisce la malinconia di quell’addio; un padre e suo figlio su un ponticello di legno che salutano portandosi la mano alla fronte, dietro di loro la madre si stringe il petto, il giovane è a torso nudo, hanno i capelli arruffati.
La foto che meglio restituisce il significato di quella perdita.
Famiglie povere, alle quali i Kennedy avevano dato speranza che ora quelle famiglie vedevano tramontare . La luce cala, le fotografie cominciano ad essere mosse, sgranate, i volti sempre meno riconoscibili; è la dissolvenza di una storia, di una vita e del sogno americano.
Paul Fusco
Robert Kennedy Funeral Train